L’innovazione e la tradizione, adottate e coniugate nei processi produttivi biologici dell’azienda si sostanziano nei 3 pilastri della sostenibilità: economica, sociale e ambientale.

La sostenibilità economica, che come è noto si articola in una serie di punti chiave ribaditi dall’imprenditore durante l’intervista (valore della produzione, controllo dei costi, profitto), potrebbe essere sintetizzata nella capacità dell’impresa di assicurare una remunerazione equa e soddisfacente ai fattori della produzione impegnati (capitale e lavoro). Durante l’intervista sono inoltre emerse anche le questioni attinenti alle attività di marketing e di comunicazione, necessarie per promuovere oltre che la qualità dei prodotti, anche altri aspetti culturali e tradizioni legati all’agricoltura, di cui l’azienda risulta testimone. Tale condizione faciliterebbe la collocazione dei prodotti sui mercati. Va osservato che l’innovazione nell’ambito comunicativo, relativa anche all’uso di piattaforme web e social, ha consentito il consolidamento del fatturato aziendale (+10%) ed il conseguente aumento del valore aggiunto.

Dal punto di vista della sostenibilità sociale l’azienda Paglione agisce soprattutto sul tema dell’occupazione, in modo particolare su quella giovanile e femminile. Non sembrano particolarmente sviluppate invece attività riconducibili a fattorie didattiche, servizi di educazione alimentare, ristorazione collettiva, ecc.

Una delle principali peculiarità dell’azienda Paglione è la DOC di Lucera Cacc’e Mitte (il cui nome dialettale deriva dall’antica pratica di utilizzazione turnaria delle cantine), espressione dell’impegno dell’azienda sulla valorizzazione dei “prodotti del passato”, perpetuando una tradizione che rischiava di essere perduta.

Nonostante una significativa sensibilità agli aspetti della sostenibilità economica e sociale, meno evidente è apparsa l’attenzione ai temi della sostenibilità ecologica. Sebbene l’azienda adotti pratiche produttive rispettose dei sistemi naturali, come l’impiego di lieviti autoctoni piuttosto che microrganismi selezionati, rinunciando all’adozione di additivi chimici cui viene preferito ad esempio il semplice sale o succo di limone, l’azienda è ancora priva di impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili o di valorizzazione energetica dei reflui.


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